ANTONIO BRAIBANTI

Si è spento a 95 anni Antonio Braibanti, Professore Emerito della nostra Università, insignito dalla nostra Associazione dell’”Aoristo d’oro” alcuni anni fa, per i suoi meriti in campo scientifico.

 Nato nel 1927 a Soragna, aveva frequentato il Romagnosi in tempo di guerra, serbandone un ricordo vivo e profondo, malgrado la guerra ne avesse impedito la regolare frequenza. Amava ricordare come proprio il suo anno fosse stato esentato dall’esame di maturità. Successivamente si è laureato in Chimica presso la nostra Università, nella quale, salvo un breve periodo a Roma, ha sempre insegnato (prima presso la Facoltà di Scienze, poi nella Facoltà di Farmacia e, da ultimo, presso la Facoltà di Agraria, della quale è stato uno dei padri fondatori) e svolto attività di ricerca.

Ordinario di Chimica Fisica, è stato autore di numerose pubblicazioni scientifiche nei campi della strutturistica chimica, della termodinamica delle soluzioni, della biotermodinamica e della bioenergetica.

È stato membro di numerose società scientifiche, del Consiglio di Amministrazione dell’Università di Parma dal 1975 al 1978 e dell’Opera universitaria di Parma dal 1978. Dal 1985 al 1990 è stato nominato Presidente della Stazione Sperimentale per l’Industria delle Conserve Alimentari di Parma. Negli anni 2000 è stato presidente della Società Italo-Spagnola di Termodinamica dei Complessi Metallici (ISMEC) e direttore del Dipartimento Farmaceutico.

Persona dotata di intelligenza acuta, era un pensatore estremamente fine, dotato di grande capacità critica e spesso metteva in discussione anche quei concetti dati per assodati in ambito accademico. Insomma, uno scienziato innamorato della libertà di pensiero, convinto che la ricerca non debba avere dogmi e che sia necessario non dare nulla per assodato. L’età non ne aveva spento l’intelligenza vivacissima e la passione che a volte lo portava a polemizzare, anche aspramente, con quell’accademia che ogni tanto non riconosceva la portata delle sue ricerche. Fino a pochissimi giorni prima di morire, si è dedicato ai suoi studi, redigendo articoli, telefonando e scrivendo mail ai vecchi colleghi, coinvolgendo in appassionate discussioni le persone che aveva modo di incontrare, anche se magari molto lontane dai suoi interessi. Recentissimamente lo intrigava un concetto antico, ma mai del tutto chiarito e spesso utilizzato in modo non proprio ortodosso in campo filosofico: il concetto di entropia e il suo ruolo nei sistemi biologici.

Non facile discutere con lui: accademico pugnace, difendeva con determinazione le sue teorie. Teorie e formule che spesso risultano incomprensibili ai più.

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