Franco Maria Ricci

Nei mesi scorsi uno dei più illustri tra i nostri “aoristi d’oro” ci ha lasciato.

Franco Maria Ricci aveva rappresentato, nell’editoria italiana del XX secolo, una delle pagine più belle. Bella in senso letterale, poiché l’eleganza e il fine senso estetico che costituivano il filo conduttore delle sue pubblicazioni ne facevano un unicum, lontano mille miglia dall’editoria di massa e dalle preoccupazioni commerciali. Credo proprio che nessun altro avrebbe avuto l’ardire di ripubblicare integralmente l’ “Encyclopédie”!

A Ricci noi romagnosiani (che, come gli Ateniesi di Pericle, philokaloumen e philosophoumen….) dobbiamo il sottinteso messaggio che la cultura è qualità, non quantità. Gli dobbiamo pure (consentitemelo!) quel disegnetto di una penna d’oca, costituente il nostro logo, di cui ci fece omaggio tanti anni fa: uno strumento di scrittura che ci ricorda il legame con secoli e secoli di scrittura.

S.A.

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