IL REGIO LICEO GINNASIO “G.D. ROMAGNOSI” Modello di Scuola Classica

Rosanna Greci, Silvia Schiavenza, IL REGIO LICEO GINNASIO “GIAN DOMENICO ROMAGNOSI” MODELLO DI SCUOLA CLASSICA

EDIZIONI DIABASIS, 2006

VITE DALLA SCUOLA

La scuola classica sembra aver lasciato un’impronta nelle vite di coloro che sono passati attraverso di essa: lunga otto anni, come era, caratterizzata da un profondo carattere unitario nel curricolo e nel metodo, omogenea nella composizione sociale degli allievi, essa li accoglie fanciulli e li cresce fino a lasciarli ormai uomini, spesso in vivo e quotidiano contatto con la comunità culturale e le battaglie politiche cittadine verso le quali fanno anche da tramite i giovani studenti universitari appena diplomati nel liceo. 

Nei tanti personaggi che hanno lasciato, insieme al loro nome, la memoria di opere importanti per la città e la nazione, si osserva un tratto comune dispiegato poi in diversi ambiti: l’adesione alla dimensione politica dell’esistenza, intesa dunque soprattutto come tessuto di relazioni al quale ciascuno deve il suo contributo di umanità e di impegno. Tale scelta imprime spesso alle diverse vite, che forse anche per questo motivo sono riconducibili a categorie biografiche ricorrenti, una chiara attenzione all’aspetto sociale di ogni professione.

Spesso la vocazione, non sempre sostenuta dalla famiglia, ma che la scuola aiuta a riconoscere e a coltivare, si manifesta sui banchi, ed è proprio tale vocazione precoce che abbiamo cercato di cogliere: questo ci permette di restare, da un lato, legate alla scuola di cui tentiamo di ricostruire, almeno in parte, la storia, dall’altro di restringere la descrizione delle innumerevoli vite di alunni assai noti, ad alcune biografie esemplari scelte tra le categorie seguenti: i politici; i poeti e gli scrittori; gli studiosi, scienziati e ricercatori, tra cui molti medici; i maestri; gli eroi; le audaci pioniere.

Presentazione del I volume

Forse non potevano essere che due insegnanti, in particolare insegnanti di formazione classica, ad affrontare un lavoro sulla storia della scuola con la consapevolezza della ricchezza del mondo che si andava ad indagare. Aggiungerei che forse non potevano essere che due donne a prestare la loro sensibilità femminile anche alla ricostruzione di aspetti quotidiani, direi esistenziali,  dell’istituzione, restituita così alla sua profonda dimensione umana. E’ infatti vero che, al di là della difficoltà obiettiva di scovare fonti inesplorate, sparse, frammentarie e a volte apparentemente insignificanti, si trova sempre quello che si cerca e quindi anche ciò che si ha già in mente. L’esperienza di vita nella scuola delle autrici ha permesso di far emergere la vita della scuola nella vastità delle sue componenti e nella pluralità delle sue voci ed ha consentito di cogliere le persone dietro i ruoli istituzionali.

Sono perciò lieta di salutare la presentazione ufficiale del contenuto e degli orientamenti della ricerca, non solo perché riguarda la scuola che io rappresento e che meritava un tale riconoscimento, ma perché ritengo si tratti di un lavoro originale ed appassionato forse proprio perché non è stato svolto da ricercatrici di professione che passano velocemente da una ricerca all’altra: esse  sanno subito dove mettere le mani e seguono fedelmente i canoni della ricerca storiografica, ma non hanno la pazienza di perdersi e di ritrovarsi nel dedalo di sentieri fuori mano che alla fine riconducono alla strada maestra dopo averne esplorato i pittoreschi dintorni.

Le nostre due insegnanti Rosanna e Silvia hanno saputo coniugare al rigore della ricerca la passione e la curiosità dei neofiti: tale carattere lo hanno comunicato alla prima parte del lavoro che io ho letto senza annoiarmi ed anzi con divertimento secondo il significato etimologico della parola.Penso e mi auguro che sia così anche per i futuri lettori.

Sono dunque sommamente grata  agli assessori provinciali Marino Giubellini e Gabriele Ferrari per aver promosso finalmente un’indagine sulla storia della scuola a Parma e per aver lasciato mano libera alle autrici sulla prima importante tappa di un lavoro che la città meritava. Esprimo la mia  gratitudine  anche a nome dell’Associazione Allievi, del cui Direttivo ho l’onore di far parte, perché non vi poteva essere bilancio migliore della prima “legislatura” che aver messo in cantiere la ricostruzione della storia della nostra scuola.

                                                             La Preside del Liceo Ginnasio Statale  G.D.Romagnosi 

Prof.ssa Gabriella Manelli

                                                                               

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